29 marzo 2010

Endorsement

Quello che vado a scrivere nel pieno della notte, a onor del vero, non è un vero e proprio endorsement, in quanto non sono presenti indicazioni di voto esplicite (anche perchè in teoria non si potrebbe, dopo la mezzanotte di sabato), piuttosto un invito ai tanti, troppi che fino a questo momento non sono andati ancora a votare. Era nelle previsioni, infatti, vista anche la campagna elettorale al vetriolo (che ogni anno mi sembra sempre peggio di quella prima), e forse riusciremo a fare meglio della Francia dove, una settimana fa, meno della metà del corpo elettorale si è presentato alle urne.

Vorrei ricordare a quanti si cimentano giorno dopo giorno nel più tradizionale dei passatempi italiani, ovverosia il tipico atteggiamento sfascista del "ma tanto sono tutti uguali", "pensano solo alle poltrone", "mi sono rotto di turarmi il naso e votare il meno peggio" o ancora "poi fanno sempre quello che vogliono", che l'unica possibilità non violenta che tutti noi cittadini abbiamo per decidere chi (tutto sommato, fino a prova contraria, è proprio così) deve gestire e amministrare i nostri soldini è rappresentata dalla possibilità che abbiamo di andare in un seggio ed esprimere la nostra preferenza. Quindi poi non ci lamentiamo se i politici che occupano gli scranni delle nostre istituzioni fanno le cose più ignobili perchè in questo caso le possibilità sono due: o ce li abbiamo mandati noi, oppure, ed è molto peggio, abbiamo fatto decidere qualcun altro al nostro posto.

Visto che magari potrebbe anche venire in mente a qualcuno che, siccome a votare non ci va più nessuno, allora le elezioni non servono più e si può fare a meno di consultarli, i cittadini, direi che anche se non abbiamo la più pallida idea di cosa differenzi il PD dal PDL (a parte una lettera) o l'Alleanza per l'Italia dall'Italia dei Valori e via dicendo, è proprio il caso di farcela venire quanto prima ed esercitare quello che in fin dei conti è un nostro diritto, nonostante sembra che ci costi così fatica metterlo in pratica.

L'importante, soprattutto, è utilizzare un istituto che purtroppo per le elezioni politiche ci è stato negato, ossia il voto di preferenza. Questo è il principale mezzo per selezionare la nostra classe dirigente, e molto spesso ce ne dimentichiamo, barrando semplicemente il simbolo che ci piace di più, quasi sempre sulla base delle informazioni che ci vengono dalla televisione, che parla di politica nazionale, che è frequentemente molto diversa da quella locale, facendo così scegliere chi far sedere in consiglio ai gerarchi di questo o quel partito. Di bravi politici ce ne sono dappertutto, anche se non sono molti. Basta saperli trovare, cercando qualche loro notizia in rete e curiosando tra i più anonimi, quelli che sentiamo nominare meno spesso, o gli indipendenti, che sono in diverse liste per i loro meriti o le loro competenze ma che non fanno parte del partito che li candida. Se possibile abbiamo un occhio di riguardo pure per le donne, che sono costantemente in nettissima minoranza sia a destra che a sinistra e che, guarda caso, nei paesi del nordeuropa che spesso guardiamo come esempio di civiltà e culture più avanzate della nostra, sono invece quasi sempre alla pari coi loro colleghi maschi.

Buon voto a tutti (quelli che sono rimasti)!

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