...prima o poi si ribella. (e per fortuna che non c'è scappato il morto, sennò sarebbe pure partita la solita tiritera ipocrita dei disastri imprevedibili, delle calamità naturali, della punizione divina...come se non fosse una novità che praticamente tutta l'Italia è sotto rischio idrogeologico...)
16 febbraio 2010
Formigoni come Mr. Lui
E io che pensavo che dopo questa e questa avessimo toccato il fondo. Evidentemente vale sempre il principio che una volta raggiunto, si inizia a scavare...
15 febbraio 2010
Equo scompenso
Dday pubblica le prime foto di telefonini provvisti del bollino SIAE, conseguenza diretta dell'equo compenso, l'invenzione di fine anno del ministro per i beni e le attività culturali Sandro Bondi. Curioso, sembra quasi di acquistare un CD di Micheal Jackson o il DVD dell'ultimo concerto dei Queen!
Ma che cos'è l'equo compenso? In realtà niente di nuovo, dato che era già presente su tutti i supporti ottici vergini (cioè CD, DVD, CD-RW, ecc.) ormai da diversi anni. In pratica, per compensare autori ed editori dai minori introiti derivanti dalle cosiddette copie private, ossia le copie che chi compra un disco realizza per ascoltare ad esempio il suo cantante preferito in auto piuttosto che sullo stereo di casa, o per proteggere un film da eventuali graffi che potrebbero comprometterne definitivamente la visione, chi produce supporti masterizzabili deve versare alla SIAE una certa quota (che poi viene riversata su chi compra al dettaglio), a compensazione appunto di questi mancati guadagni. Questo, indipendentemente dal fatto che il disco venga effettivamente usato o meno per fare una copia.
Bene, il 30 dicembre scorso, il fine cantore di Vanity Fair, ha pensato bene (probabilmente dietro le pressioni di chissà chi...) di estendere questo prelievo anche a molte altre tipologie di prodotto, forse anche a causa del fatto che oramai il mercato dei dischi ottici è in inesorabile declino, in quanto le capacità sia dei dischi fissi che delle memorie a stato solido li stanno surclassando rapidamente.
Pensiamo per un attimo a tutte le foto o i filmati che facciamo assieme ai nostri amici o famigliari con il telefonino, alle chiavette USB su cui salviamo dati e documenti di lavoro o relativi al nostro studio, ai nuovi videoregistratori digitali che memorizzano su hard disk (quando qualcuno non ce lo impedisce) trasmissioni per le quali abbiamo già pagato o un canone o un abbonamento oltre ad esserci sorbiti la pubblicità di cui sono infarcite, i dischi fissi esterni che molte aziende (e pure privati cittadini) usano come soluzione economica per il backup dei loro dati o infine i computer (i computer! non i dischi che stanno dentro il computer!): tutti questi usi non sono copie private di opere coperte dal diritto d'autore. Eppure, ci paghiamo ugualmente sopra la tassa (ma non ditelo al ministro o alla SIAE, che sennò si offendono). Infine una domanda: ma allora, se è lecito farsi copie private di album e film, perché c'è un interesse così assiduo e forsennato a sviluppare nuovi codici e tecnologie di protezione dalla copia?
Ma che cos'è l'equo compenso? In realtà niente di nuovo, dato che era già presente su tutti i supporti ottici vergini (cioè CD, DVD, CD-RW, ecc.) ormai da diversi anni. In pratica, per compensare autori ed editori dai minori introiti derivanti dalle cosiddette copie private, ossia le copie che chi compra un disco realizza per ascoltare ad esempio il suo cantante preferito in auto piuttosto che sullo stereo di casa, o per proteggere un film da eventuali graffi che potrebbero comprometterne definitivamente la visione, chi produce supporti masterizzabili deve versare alla SIAE una certa quota (che poi viene riversata su chi compra al dettaglio), a compensazione appunto di questi mancati guadagni. Questo, indipendentemente dal fatto che il disco venga effettivamente usato o meno per fare una copia.
Bene, il 30 dicembre scorso, il fine cantore di Vanity Fair, ha pensato bene (probabilmente dietro le pressioni di chissà chi...) di estendere questo prelievo anche a molte altre tipologie di prodotto, forse anche a causa del fatto che oramai il mercato dei dischi ottici è in inesorabile declino, in quanto le capacità sia dei dischi fissi che delle memorie a stato solido li stanno surclassando rapidamente.
Pensiamo per un attimo a tutte le foto o i filmati che facciamo assieme ai nostri amici o famigliari con il telefonino, alle chiavette USB su cui salviamo dati e documenti di lavoro o relativi al nostro studio, ai nuovi videoregistratori digitali che memorizzano su hard disk (quando qualcuno non ce lo impedisce) trasmissioni per le quali abbiamo già pagato o un canone o un abbonamento oltre ad esserci sorbiti la pubblicità di cui sono infarcite, i dischi fissi esterni che molte aziende (e pure privati cittadini) usano come soluzione economica per il backup dei loro dati o infine i computer (i computer! non i dischi che stanno dentro il computer!): tutti questi usi non sono copie private di opere coperte dal diritto d'autore. Eppure, ci paghiamo ugualmente sopra la tassa (ma non ditelo al ministro o alla SIAE, che sennò si offendono). Infine una domanda: ma allora, se è lecito farsi copie private di album e film, perché c'è un interesse così assiduo e forsennato a sviluppare nuovi codici e tecnologie di protezione dalla copia?
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14 febbraio 2010
Candida candida
"Il nostro punto è sempre: legalità ed accoglienza, purtroppo negli ultimi anni dal centrosinistra sono state veramente spalancate le porte ed è difficile governare un fenomeno come questo quando non si calcolano quelle che possono essere le ricadute di una politica di immigrazione così come quella che è stata fatta dal centrosinistra"Credo abbia imparato dal Principale: se le spari grosse ma fai la faccia seria e convinta, ci credono tutti. E infatti, la giornalista del Tg2 delle 20.30 manco si azzarda a chiederle chi cavolo ha governato, nell'ordine, il Comune di Milano (Lega, Forza Italia e Pdl ininterrottamente dal 1993), la Provincia (Forza Italia e Pdl dal 1999 esclusa la pausa 2004-2009 con Penati), la Regione (ci prepariamo a correre verso il ventennio formigoniano, saldamente in sella dal 1995). Evidentemente è tutta colpa di Prodi, che in 722 giorni di governo ha fatto catapultare in Italia milionate di immigrati clandestini.
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Ignorantia legis non excusat
Nel commentare la notizia dell'abbandono, dopo mesi di estenuanti "lascio? non lascio", di Paola Binetti al Partito Democratico, Calderoli dà sfoggio di profonda conoscenza della Costituzione, nella fattispecie l'art. 67, che svincola Deputati e Senatori dall'obbligo di qualsivoglia mandato nei confronti dei cittadini che li hanno eletti. Detto da un ministro espressione di un partito che farnetica di permessi di soggiorno a punti condizionati a conoscenza di lingua, cultura e Costituzione italiana, oggettivamente fa un po' ridere.
Come se il trasformismo poi, fosse una novità...per giunta solo della sinistra.
Come se il trasformismo poi, fosse una novità...per giunta solo della sinistra.
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Veramente un grand'uomo
Scopro con un po' di ritardo (dopo averci fatto caso su Il Fatto Quotidiano di venerdì scorso), voci riguardo a quel galantuomo di Camillo Milko Pennisi che, non pago di essersi fatto arrestare in flagranza di reato mentre intascava una mazzetta da 5000 euro infilati in un pacchetto di sigarette (ulteriore conferma che il fumo fa molto male!) per "sveltire" una pratica urbanistica, ha anche cercato di fuggire e liberarsi della patata bollente.
Invece di avere l'onestà di farsi arrestare come avrebbe dovuto fare un rappresentante delle istituzioni, seppur scoperto con le mani nella marmellata, se ne è scappato in pieno stile ladro di galline.
Encomiabile poi, la solidarietà incondizionata di sindaco e vicesindaco, che, come al solito, auspicano che Pennisi possa fare chiarezza al più presto sulla vicenda. Come se un arresto in una situazione del genere non fosse già di per sè abbastanza eloquente. Ma persone del genere non si dovrebbero semplicemente espellerere dal partito? Giusto per spazzare via qualsiasi dubbio, ecco.
Invece di avere l'onestà di farsi arrestare come avrebbe dovuto fare un rappresentante delle istituzioni, seppur scoperto con le mani nella marmellata, se ne è scappato in pieno stile ladro di galline.
Encomiabile poi, la solidarietà incondizionata di sindaco e vicesindaco, che, come al solito, auspicano che Pennisi possa fare chiarezza al più presto sulla vicenda. Come se un arresto in una situazione del genere non fosse già di per sè abbastanza eloquente. Ma persone del genere non si dovrebbero semplicemente espellerere dal partito? Giusto per spazzare via qualsiasi dubbio, ecco.
NeverAlone: per avere internet sempre con te!
Evidentemente non leggo già abbastanza blog e giornali del settore per non essermi accorto di un'idea così intelligente e brillante. NeverAlone è un numero verde internazionale di informazione gratuita, per usare le parole del loro sito. In pratica, avete presente tutte quelle volte che, in giro fuori di casa e lontani dal vostro computer, avete detto "accidenti, avrei proprio bisogno di dare un'occhiata su internet!"? Che so, per sapere l'indirizzo di un negozio dove volevate andare, per sapere se è aperto e che film propone il vostro cinema di fiducia, oppure più semplicemente per aprire GoogleNews e farvi leggere i titoli delle notizie principali del momento.
Bene, grazie a NeverAlone, ovunque voi vi troviate in Italia e anche in alcuni paesi europei (il numero da chiamare è un numero gratuito internazionale), potete parlare per tutto il tempo che volete con un operatore che in quel momento è davanti ad un computer collegato ad internet e che vi può aiutare a fare quello che avreste fatto se foste stati nella comodità di casa vostra davanti allo schermo. Chi paga? Ovviamente la pubblicità, che vi dovete ascoltare per un tempo variabile di 20-30 secondi, nell'attesa che l'operatore si liberi.
Si spera che, come tutti i progetti nati nell'intenzione di farsi sostenere nei costi esclusivamente dalla pubblicità (i meno giovani ricorderanno i prematuramente scomparsi wikeyfun, scrokko, tj.net, ...), NeverAlone sia stato pensato con un minimo di razionalità e lungimiranza tali da farlo durare nel tempo e, possibilmente, erodere quote di mercato a servizi analoghi nella tipologia ma ben più cari nei costi.
Non so infatti se avete mai provato a chiamare da cellulare il call center di PagineGialle ooooooooottantanove, ventiquattro ventiquattro o ancora peggio, il call center di TRENITALIA, che peraltro mi risulta essere una società a capitale pubblico (non che ci sia una legge che lo vieta, ma che un'azienda pubblica lucri su un servizio del genere, mi sembra quantomeno grave, dato che ci sono fior di aziende che pagano a loro spese la loro assistenza clienti; evidentemente hanno pensato che se fosse stato gratuito avrebbero ricevuto decisamente troppe chiamate e lamentele, visti i frequenti disservizi che la contraddistinguono): mediamente sono dei salassi da 15-30 centesimi alla risposta più un costo al minuto che va dai 50 centesimi a quasi 1 Euro, ovviamente corredati da musichine di attesa gentilmente pagate da voi che state telefonando.
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